La Lonicera Caerulea Kamtshatica o impropriamente chiamato “mirtillo siberiano” (conosciuto anche come Haskap in Canada) appartiene alla famiglia delle Caprifogliacee. E’ un arbusto a foglia caduca di modeste dimensioni (può arrivare a 1,5-2 metri), rustico e molto longevo. I piccoli fiori, bianchi e molto profumati, sbocciano ad inizio primavera e non hanno problemi di allegagione anche con temperature di -8/-10 °C. La maturazione dei frutti, alle nostre latitudini avviene verso la fine di aprile. Il frutto è simile ad una bacca, di colore bluastro come quello del mirtillo comune, ma molto più stretto ed allungato (fino a circa 2 cm).
La pianta è rimasta sconosciuta all’Occidente fino alla metà del 1700. La prima descrizione si deve all’esploratore russo Stepan Petrovic Krašeninnikov (1711-1755).
La zona di origine sarebbe la Kamchatka (detta anche Camciatca) territorio situato nell’estremo oriente russo. Alcuni semi sarebbero stati portati, da uccelli migratori, verso le isole Curili, quindi nell’isola di Hokkaido in Giappone (che nell’antichità era chiamata Ezo, cioè “isola dei selvaggi”); qui le bacche venivano chiamate, dall’antico popolo Ainu, “frutto della longevità”.
Ed è proprio in Giappone che iniziò un fiorente commercio. Le bacche erano consumate fresche o conservate con zucchero, sale o shochu (un alcool a base di riso). Le prime coltivazioni industriali ebbero inizio nel 1940.
Tra gli anni 1950 e 1960, gli scienziati russi certificarono le molteplici proprietà nutrizionali.
Le bacche sono ricche di vitamina B, C e D, hanno un alto contenuto di potassio, con Ca, P, Mg, Na in minor quantità. Notevole la presenza di antociani che sono dei composti dal forte potere antiossidante, utili contro lo sviluppo dell’invecchiamento o cambiamenti cellulari provocati dall’ossigeno, tra cui processi infiammatori e modificazioni cancerogene; hanno inoltre notevoli proprietà capillarotrope. La Dalhousie University (Canada), ha in corso uno studio sul possibile potere anti-cancro della bacca. Al momento nulla è dimostrato, ma è indubbio che la bacca contenga molti antiossidanti e flavonoidi. Si narra, comunque, che il “mirtillo siberiano” sia diventato parte essenziale delle bevande per il programma spaziale degli astronauti russi.
La buccia sottile e i semi molto piccoli, rendono il “mirtillo siberiano” adatto sia al consumo fresco, sia nella preparazione di succhi, gelati, confetture e persino vino. Il sapore è un mix dolce-acidulo che richiama il mirtillo, il ribes e lampone a seconda del grado di maturazione.
La bacca, in frigorifero, si conserva fino a 3-4 settimane. Può essere inoltre surgelata.
Il frutto trova utilizzo nel consumo fresco, in quello consumo secco (anche in abbinamento con cereali per la colazione), nei succhi di frutta, nelle marmellate, nei sciroppi (per dolci), nei condimenti, nei liquori, nei gelati (non lasciano residui fastidiosi nelle creme), negli yogurt e nelle caramelle.
La buccia frullandola si disintegra completamente, questo rende il frutto ottimo per la realizzazione di succhi, frullati, yogurt e gelati.
Secondo stime del 2012, vi sono circa 60 ettari coltivati in Giappone, 323 ettari in Europa orientale, 20 ettari in Europa occidentale e 404 ettari in Canada che risulta così essere il principale produttore mondiale. Un totale di circa 800 ettari coltivati che messi a confronto con i 117.000 ettari di mirtillo comune rendono chiaramente l’idea di quanto il prodotto sia ancora oggi di nicchia.